
29 Apr Sogniamo come un’unica Comunità
L’appello lanciato nel Manifesto della Chiesa di Caserta sul futuro dell’ex Macrico
Quelli vissuti dal nostro Vescovo nel suo primo anno come pastore della Chiesa di Caserta sono stati mesi da lui stesso definiti «complessi e faticosi». Fin dal giorno del suo insediamento, mons. Lagnese, ha messo in evidenza alcune delle emergenze sociali che il territorio era chiamato ad affrontare e risolvere, soprattutto sotto il profilo ambientale in rapporto alla qualità della vita delle nostre città che, agli occhi di tanti , appaiono urbanisticamente disordinate, se non abbandonate. Eppure ai credenti il mistero pasquale ricorda che i volti dell’Abbandonato, se guardati con amore, possono essere un’occasione di conversione, di recupero dell’autenticità, una possibilità di generare nuova vita. La Provvidenza ha voluto che poco prima della nomina del nuovo vescovo di Caserta, Papa Francesco, in piena pandemia, scrivesse e offrisse alla Chiesa la “Fratelli tutti”, l’Enciclica dedicata al tema della fraternità e dell’amicizia sociale. In essa è espresso il desiderio che possa rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità, un desiderio che si tramuta in sogno che il Papa invita a far diventare collettivo.
«La logica del conflitto – ha detto Papa Francesco alla Curia Romana il 21 dicembre 2020 – cerca sempre i “colpevoli” da stigmatizzare e disprezzare e i “giusti” da giustificare per introdurre la consapevolezza – molte volte magica– che questa o quella situazione non ci appartiene»
Come nel contesto globale, anche in questo progetto locale di rigenerazione dell’area ex Macrico sarà, quindi, più che mai necessario lavorare insieme. La partecipazione di tutti sarà la chiave fondamentale per poter leggere la realtà e recepire la vivacità della nostra comunità. Se finalmente riusciremo ad unire le forze e le risorse di quello che il prof. Stefano Zamagni chiama trinomio pubblico-privato-civile, potremo dare una straordinaria risposta a quella richiesta di vivibilità e sostenibilità cittadina che arriva da tantissimi casertani. Per raggiungere questo risultato sarà necessario che si instauri tra la proprietà del bene, gli enti pubblici, le imprese, le associazioni e gli stessi cittadini, un clima di fiducia reciproco che lasci fuori dalla porta il conflitti o e la cultura del sospetto. .

Nella sua prima omelia alla Diocesi, il vescovo Pietro Lagnese, invitò tutti a lavorare insieme, non come navigatori solitari: “non è questo il tempo di solisti – disse – adoperiamoci invece per cantare in coro”. Mai come oggi, con una guerra fratricida in Europa e in altre parti del pianeta, risultano profetiche le parole che Francesco ha scritto nella “Fratelli tutti”:
«Sogniamo come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli!» (FT, 8)
Ed allora perché, anche noi, a Caserta, non proviamo a sognare come un’unica comunità?
Articolo di Elpidio Pota su Il poliedro del 29 aprile 2022