Il rammendo delle periferie urbane in sei punti

Il gruppo G124: un laboratorio all’interno degli uffici del Senato della Repubblica che studia il futuro della città.

G124 è il codice che identifica una stanza di Palazzo Giustiniani al Senato assegnata all’architetto e senatore a vita Renzo Piano. Appena nominato ha deciso che avrebbe dato un senso alla sua carica occupandosi di un grande progetto per il nostro Paese: le periferie, che sono la città che sarà, la città che lasceremo ai figli. Il G124 è il gruppo di lavoro costituito da giovani architetti (tutti sotto i 35 anni e retribuiti con lo stipendio del Senatore) che, coordinati da tutor hanno il compito di produrre studi di rammendo su una periferia in un anno di lavoro.

G124 ha codificato in sei punti come dovrebbe avvenire l’operazione di rammendo delle periferie. Sono quelle scelte che possono trasformare un quartiere, anche il più degradato, in un lembo vivibile di città. In primo luogo nelle periferie è importante che ci sia un mix: generazionale, economico, etnico e di conseguenza anche funzionale. Secondo, bisogna fecondarle disseminandole di edifici pubblici, servizi, scuole, università, biblioteche, centri civici, attività culturali. Luoghi per la gente dove si celebrino l’incontro e la condivisione. I quartieri devono poi essere collegati al centro senza l’obbligo di utilizzare l’auto, potenziando i trasporti pubblici. Quarto: il verde come tessuto connettivo, un filtro tra città e campagna che ponga limite al consumo del suolo. Quinto: per quanto riguarda le opere di rammendo sugli edifici è fondamentale la diagnostica scientifica che permette d’intervenire chirurgicamente, con cantieri leggeri che non allontanino gli abitanti. Sesto: con questi ultimi l’architetto condotto deve dialogare e ascoltarne le esigenze, attraverso processi partecipativi.

Elpidio Pota